La prevenzione: risparmio o spesa per aziende?

Sicurezza e Prevenzione per la aziende

Impariamo a massimizzare i costi obbligatori per la sicurezza e prevenzione

Le molteplici discussioni in materia di sicurezza sul lavoro sembrano essere ancora troppo legate alla concezione del “dopo infortunio”. Anche nei casi in cui la prevenzione avviene, nei modi e nei tempi indicati dalla normativa vigente, appare chiara l’insofferenza dei datori di lavoro che lamentano un eccessivo dispendio economico per la formazione dei lavoratori e per l’adeguamento normativo.

Nelle piccole e medie imprese l’impatto economico di un infortunio sul lavoro è maggiore rispetto a quello di una grande impresa che dispone di capitali e risorse tecniche maggiori, ma proprio queste piccole realtà denunciano costi eccessivi per adempiere agli obblighi in materia di sicurezza sul lavoro senza conoscere l’impatto economico che potrebbe avere un infortunio in azienda.

Per rendersi conto dei benefici economici derivanti dalla prevenzione ogni azienda dovrebbe avere chiara la valutazione dei costi economici derivanti dagli infortuni e dei benefici che derivano dalla prevenzione: formazione, adeguamenti strutturali/tecnologici e valutazione preventiva di tutti i rischi connessi alla produzione, alla movimentazione e allo stoccaggio dei materiali.

L’analisi dell’EU-OSHA

Dall’analisi dell’EU-OSHA emergono le seguenti 5 macro-categorie di costo

  • costi di produttività (relativi alla perdita di capacità produttiva);
  • costi legati a spese sanitarie: considerate le spese mediche dirette (medicinali) e indirette (tempo di badanti/assistenti sanitari);
  • costi legati alla perdita della qualità della vita: valutazione monetaria del dolore fisico e della sofferenza;
  • costi di amministrazione: relativi a pratiche burocratiche per domande di assistenza sociale, per la segnalazione di un incidente sul lavoro e altri;
  • spese di assicurazione: pagamenti compensativi e premi assicurativi.

Queste tipologie di costi principali sono state ulteriormente valutate dal punto di vista delle parti in causa:

  • lavoratori e famiglie: la persona e parenti stretti o amici di chi è colpito da infortunio o malattia;
  • datori di lavoro: l’azienda o organizzazione per la quale l’infortunato lavora;
  • governo: l’autorità pubblica competente per quanto riguarda pagamenti di sicurezza sociale;
  • società: cioè l’impatto complessivo sulla collettività di un infortunio o di una malattia.

L’indagine dell’ISMEA rispetto alla sicurezza nelle aziende agricole

Un’ulteriore indagine condotta da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale chiarisce i costi rispetto alla sicurezza sul lavoro nelle aziende agricole.
L’indagine, condotta su 75 aziende, è stata realizzata attraverso interviste dirette al conduttore, mediante un questionario. Diverse le sezioni: si va dalla conoscenza della normativa sulla sicurezza sul lavoro, a quella relativa ai macchinari e attrezzature, ai prodotti fitosanitari, alle stalle e locali per allevamento, agli impianti di trasformazione, ai magazzini e le altre strutture, fino alla formazione effettuata.
Il quadro generale emerso (che tiene conto solo dei valori assoluti e non in rapporto agli occupati nel settore) evidenzia una diminuzione degli infortuni nel settore del 20% nel 2012 rispetto al 2008. Interessanti, a maggior ragione, appaiono alcuni punti dell’indagine, soprattutto in prospettiva futura, a partire dalla conoscenza della normativa da parte dei conduttori: solo il 19% ha dichiarato di conoscere bene la normativa, mentre il 67% dichiara di averne una conoscenza “sufficiente”.
Il rischio maggiormente presente all’interno delle aziende risulta essere quello legato all’utilizzo dei macchinari (rischio presente nel 93% delle aziende intervistate), mentre quello meno presente è quello relativo alle polveri (1%), presente solo nelle aziende che provvedono direttamente alla produzione dei mangimi).
Sulla base di questi dati è stato fornito ai datori di lavoro una stima di costo riferita alla messa in sicurezza delle aziende in riferimento agli adempimenti normativi:

  • adeguamenti strutturali (es: verifica impianti elettrici; vie di fuga) 2.700 euro;
  • dotazioni di sicurezza (guanti, tute, maschere) 490 euro;
  • adempimenti formali e manutenzioni (valutazione rischi, certificazione prevenzioni incendi, ecc.) 2.500 euro;
  • formazione (datore di lavoro, addetti antincendio, ecc.) 1.500 euro.

ll totale (7.190 euro) è sicuramente una media riferita a una piccola azienda (max 3 operatori) che, però, evidenzia una sostanziale discrepanza tra il costo percepito e il costo reale dell’adeguamento formativo/normativo. Anche volendo raddoppiare tale importo rimane sostanzialmente inalterata l’assoluta inferiorità del costo preventivo rispetto al costo che dovrebbe sostenere il datore di lavoro nel caso malaugurato di un infortunio sul posto di lavoro.

L’ISMEA è anche raggiungibile attraverso la loro pagina ufficiale linkedin

Il nostro consiglio in merito alla sicurezza e prevenzione negli ambienti di lavoro

Se da un lato è preoccupante la percezione onerosa della prevenzione, appare chiara l’importanza di informazione legata ai costi reali degli infortuni che incidono in maniera molto più dispendiosa della prevenzione.
In definitiva: la cultura della prevenzione è un atto da perseguire per una società che intende essere più civile!

Il nostro team di esperti in ambito formazione si rende disponibile a supportarvi nella fase di analisi e decisionale in merito a questi aspetti che abbiamo trattato. Contattaci attraverso questo form per sentirci direttamente al telefono

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A cura di:

 Marco Cosentino | Architetto – Formatore – Esperto in Sicurezza e Salute dei Lavoratori